Rapporto CRC sul monitoraggio della Convenzione Onu su infanzia


Articolo di DIRE – Notiziario settimanale Minori Roma, 17 giu.


I social network come finestra sul mondo, ma anche come strumento per conoscere persone e gestire le relazioni. Una vita sempre piu’ sedentaria davanti allo schermo del computer o della televisione. E un comportamento sempre piu’ trasgressivo nei confronti delle droghe e del sesso. A fotografare il mondo degli adolescenti di oggi e’ il Gruppo Crc, nel suo nono Rapporto sul monitoraggio della Convenzione Onu su infanzia e adolescenza.

Al primo gennaio 2015, gli adolescenti nella fascia 14-17 anni sono 2.293.778 (il totale delle persone di minore eta’ e’ di 10.096.165). Degli stranieri residenti in Italia il 3,7 per cento (186.450) hanno un’eta’ compresa tra i 14 e i 17 anni (l’8,1% della popolazione adolescente residente in Italia). Secondo il rapporto, tra le novita’ piu’ importanti c’e’ il fatto che i social network sono diventati lo strumento sempre piu’ utilizzato per conoscere altre persone e per costruire e gestire una parte significativa delle relazioni con gli altri, secondo modalita’ profondamente diverse da quelle delle generazioni precedenti.

Stando agli ultimi dati Istat, “quella attuale e’, infatti, la prima generazione di adolescenti cresciuta in una societa’ in cui l’essere connessi rappresenta un dato di fatto, un’esperienza connaturata alla quotidianita’”: nel 2014, l’83 % dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni utilizzava Internet con un telefono cellulare e il 57% navigava sul Web. I maggiori fruitori di tecnologia sono gli adolescenti 14-17enni, i quali utilizzano giornalmente (o piu’ volte alla settimana) il telefono
cellulare nel 92,6% dei casi (contro il 67,8% degli 11-13enni), nel 50,5% dei casi usano il computer e nel 69% dei casi navigano su Internet. Le ragazze fra gli 11 e i 17 anni usano piu’ frequentemente dei coetanei maschi sia il telefono cellulare, sia Internet.

Tali abitudini hanno un impatto anche sulla sedentarieta’ degli adolescenti. Quattro ragazzi su dieci (il 42%) trascorrono davanti al televisore da una a due ore al giorno; il 24,5% ne fa un utilizzo ancora piu’ intenso, che va da due a quattro ore e il 6,2% vi trascorre oltre quattro ore. Inoltre, aumenta il numero di coloro che fanno un uso intenso del pc: il 23,6% lo usa da due a quattro ore e circa il 12% piu’ di quattro ore. Non e’ salvaguardato neppure il momento dei pasti e alcune interessanti ricerche stanno cercando le possibili correlazioni tra l’uso delle nuove tecnologie e il comportamento alimentare nella popolazione adolescente.

Lo studio riporta anche ricerche che restituiscono notizie allarmanti sullo stato di salute degli adolescenti. In particolare in relazione al consumo di sostanze, a comportamenti devianti e l’abbandono scolastico. Nello specifico, l’uso di sostanze psicoattive e’ in costante aumento. “Spesso, gli adolescenti usano le droghe per curiosita’ oppure perche’ procurano sensazioni piacevoli e, piu’ frequentemente, per sentirsi accettati dal gruppo dei pari – si legge nel rapporto – Ilpoliconsumo di sostanze, legali e illegali, rappresenta lo stile prevalente, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione di alcol, tabacco e cannabis: il 63,4% degli studenti che hanno ammesso il policonsumo ha dichiarato l’assunzione di queste sostanze psicoattive nei 30 giorni precedenti la rilevazione”.

Anche il comportamento sessuale dei ragazzi sta cambiando: sempre piu’ centrato sull’apparire, incoraggiato dai messaggi che giungono dal mondo degli adulti. Il sexting, legato a un uso non consapevole dei social network, “e’ un fenomeno che puo’ denotare (a seconda delle eta’ e delle modalita’ in cui avviene) un approccio alla sessualita’ inadeguato e l’incapacita’ di riconoscere i
propri limiti o di opporsi alla pressione sociale: mancano percorsi idonei di educazione all’affettivita’ e alle emozioni”, sottolinea il rapporto. Inoltre, a dimostrazione della dimensione dei rischi a cui i ragazzi e le ragazze si espongono quotidianamente, utilizzando la Rete, “oltre il 60% degli intervistati di una ricerca afferma che condividere le proprie foto a sfondo sessuale e’ una scelta individuale”.

Secondo i dati dell’Osservatorio sul gioco d’azzardo (rilevati su un campione di circa 4.000 giovani) emerge che tra i nativi digitali: l’11,5% dei ragazzi intervistati gioca regolarmente d’azzardo online; il 13% scommette online, sul calcio per il 77% e su altri sport per il 10,4%; il 29% gioca anche nei centri scommesse (in genere gli adolescenti dai 17 ai 19 anni) e punta per l’88% sul calcio. Non sono positivi neanche i dati su bullismo e/o cyberbullismo, anche omofobico: oltre il 50% dei giovani ha subito un episodio di questo tipo (dati Istat). Il 19,8% e’ vittima assidua di una delle tipiche azioni di bullismo, cioe’ le subisce piu’ volte al mese”. Si sottolinea poi che “tra i ragazzi utilizzatori di cellulare e/o Internet, il 5,9% denuncia di avere subito ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, e-mail, chat o sui social network”. Le ragazze sono le vittime piu’ frequenti di cyberbullismo (7,1% contro il 4,6% dei ragazzi). Il rapporto ricorda anche che l’Italia e’ tra i Paesi europei con il piu’ alto tasso di dispersione: nel 2014, il 15% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ha conseguito al massimo il titolo di scuola media. Le maggiori criticita’, come noto, si concentrano nel biennio della scuola secondaria superiore: riguardano, cioe’, proprio i 14-15enni che cercano di transitare dall’istruzione secondaria inferiore a quella superiore; ed e’ tra loro che si registrano i tassi piu’ alti di non ammissione alle classi successive, di ripetenza e di interruzione del percorso di studi. Si tratta di criticita’ connesse principalmente alle caratteristiche del nostro sistema educativo, strutturato in un’offerta formativa “a scalini” e poco integrata, in cui non solo le transizioni tra i diversi ordini di istruzione sono poco supportate, ma nei vari passaggi si perdono via via quote di studenti. Si conferma la tendenza in crescita, all’interno del sistema nazionale d’istruzione, degli alunni con disabilita’ che, pero’ si concentrano soprattutto nella scuola primaria, e nella secondaria di I grado, mentre nella scuola secondaria di II grado la percentuale scende al 2,2%, con un’evidente dispersione scolastica degli adolescenti con disabilita’ al termine della scuola dell’obbligo. Molti dispersi finiscono per rientrare nella categoria dei Neet, ovvero i giovani che non studiano e non lavorano. L’Istat ne ha contati oltre due milioni, circa il 24% dei giovani tra i 15 e i 29 anni; una quota significativamente superiore alla media dell’Unione Europea.

(Wel/ Dire)